Di prodotti di cui vantarsi, la
Puglia ne ha a bizzeffe: basti pensare che, degli oltre cinquemila prodotti
italiani inseriti ufficialmente nell’Elenco Ministeriale dei Prodotti
Agroalimentari Tradizionali, ben duecentoventisei sono pugliesi (e scusateci se è
poco!). Tra questi, ve n’è uno dal nome davvero curioso: ‘mpilla. La ‘mpilla è
come la frisa o il pasticciotto: non si può descrivere, la devi assaggiare! E
una volta assaggiata ne resti conquistato. Assaporare la ‘mpilla, però, non è
affatto facile, nemmeno se si ha la fortuna di fare un bel viaggetto in Salento:
essa, infatti, non viene prodotta in ogni luogo della penisola salentina ma soltanto nel comune di Sannicola (a circa sei chilometri dalla
mia Gallipoli, in territorio “poppitu”) e nella sua frazione, Chiesanuova. Io stessa, pur essendo salentina, ne
ho ignorato l’esistenza per più di vent’anni: poi hanno fatto irruzione nella
mia vita marito e ‘mpilla (poppiti entrambi) e mi hanno sconvolto l’esistenza!
:-D
INGREDIENTI
(PER UNA DECINA DI PEZZI):
800 grammi di semola di grano
duro
200 grammi di farina 00
25-30 grammi di sale
25 grammi di lievito di birra
200 grammi di olio extravergine
di oliva
una ventina di pomodorini dolci e
maturi
2 grosse cipolle bionde
una decina di zucchine novelle
complete di fiore
una manciata di olive nere
(possibilmente salentine)
un paio di cucchiai di salsa di
pomodoro
acqua tiepida q.b.
peperoncino piccante a piacere
peperoncino piccante a piacere
un paio di spicchi di aglio
Lavate, mondate e tagliate a
pezzetti gli ortaggi; fateli stufare dolcemente nell’olio, poi salate, aggiungete
la salsa e fate restringere il sughetto. Quando si sarà ristretto
sufficientemente, completate con le
olive snocciolate e tagliate a metà e spegnete il fuoco. Versate a fontana
sulla spianatoia la semola di grano duro precedentemente miscelata con farina e
sale; fate un buco al centro della
fontana e versateci il lievito sciolto in una tazzina di acqua tiepida.
Aggiungete il peperoncino e la metà delle verdure con tutto
l’olio di cottura ed impastate con altra acqua tiepida tenendo l’impasto
abbastanza duro. Mettete la pasta
ottenuta in una terrina capiente, coprite con un canovaccio e lasciate
lievitare per tre ore. Riprendete la
pasta, incorporatevi il resto delle verdure e fate lievitare per un’altra ora.
A questo punto potete formare le pagnottelle: tagliate la pasta in dieci pezzi
e cercate di arrotondarli un po’, infarinateli leggermente passandoli nella
semola di grano e disponeteli nelle teglie rivestite di carta da forno.
Accendete il forno a 250 gradi e fatelo scaldare bene (il mio ci impiega circa
un quarto d’ora). Infornate le ‘mpille e
lasciatele cuocere per 35-40 minuti.
Dimenticavo: il termine "poppitu" o "ppoppatu" (dal latino "post oppidum", ovvero fuori dalle mura della città) corrisponde al romanesco "burino" e viene usato dai gallipolini per indicare in modo scherzoso i "non cittadini", ossia gli abitanti campagnoli dei paesini limitrofi :-)