giovedì 24 maggio 2012

LA 'MPILLA





Di prodotti di cui vantarsi, la Puglia ne ha a bizzeffe: basti pensare che, degli oltre cinquemila prodotti italiani inseriti ufficialmente nell’Elenco Ministeriale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali, ben duecentoventisei sono pugliesi (e scusateci se è poco!). Tra questi, ve n’è uno dal nome davvero curioso: ‘mpilla. La ‘mpilla è come la frisa o il pasticciotto: non si può descrivere, la devi assaggiare! E una volta assaggiata ne resti conquistato. Assaporare la ‘mpilla, però, non è affatto facile, nemmeno se si ha la fortuna di fare un bel viaggetto in Salento: essa, infatti, non viene prodotta in ogni luogo della penisola salentina ma soltanto nel comune di Sannicola (a circa sei chilometri dalla mia Gallipoli, in territorio “poppitu”) e nella sua frazione, Chiesanuova. Io stessa, pur essendo salentina, ne ho ignorato l’esistenza per più di vent’anni: poi hanno fatto irruzione nella mia vita marito e ‘mpilla (poppiti entrambi) e mi hanno sconvolto l’esistenza! :-D  






    INGREDIENTI 
(PER UNA DECINA DI PEZZI):


800 grammi di semola di grano duro

200 grammi di farina 00

25-30 grammi di sale

25 grammi di lievito di birra

200 grammi di olio extravergine di oliva

una ventina di pomodorini dolci e maturi

2 grosse cipolle bionde

una decina di zucchine novelle complete di fiore

una manciata di olive nere (possibilmente salentine)

un paio di cucchiai di salsa di pomodoro

acqua tiepida q.b.


peperoncino piccante a piacere

un paio di spicchi di aglio





Lavate, mondate e tagliate a pezzetti gli ortaggi; fateli stufare dolcemente nell’olio, poi salate, aggiungete la salsa e fate restringere il sughetto. Quando si sarà ristretto sufficientemente,  completate con le olive snocciolate e tagliate a metà e spegnete il fuoco. Versate a fontana sulla spianatoia la semola di grano duro precedentemente miscelata con farina e sale;  fate un buco al centro della fontana e versateci il lievito sciolto in una tazzina di acqua tiepida. Aggiungete il peperoncino e  la metà delle verdure con tutto l’olio di cottura ed impastate con altra acqua tiepida tenendo l’impasto abbastanza duro.  Mettete la pasta ottenuta in una terrina capiente, coprite con un canovaccio e lasciate lievitare per  tre ore. Riprendete la pasta, incorporatevi il resto delle verdure e fate lievitare per un’altra ora. A questo punto potete formare le pagnottelle: tagliate la pasta in dieci pezzi e cercate di arrotondarli un po’, infarinateli leggermente passandoli nella semola di grano e disponeteli nelle teglie rivestite di carta da forno. Accendete il forno a 250 gradi e fatelo scaldare bene (il mio ci impiega circa un quarto d’ora). Infornate le ‘mpille  e lasciatele cuocere per 35-40 minuti.





























Dimenticavo: il termine "poppitu" o "ppoppatu" (dal latino "post oppidum", ovvero fuori dalle mura della città) corrisponde al romanesco "burino" e viene usato dai gallipolini per indicare in modo scherzoso i "non cittadini", ossia gli abitanti campagnoli dei paesini limitrofi :-)

           

domenica 13 maggio 2012

LA CROSTATA DELLA MAMMA




E’ trascorsa all’insegna della pigrizia quest’ennesima festa della mamma, complice un tempo buio e tempestoso come le notti dei più famosi incipit romanzeschi. Il mio crogiolarmi in pigiama (azzurro: il mio colore preferito!) e ciabatte tra divano-tivù-computer-cani-gatte è stato interrotto solo dalla preparazione di una crostata, che se la domenica un dolcetto ci vuole sempre, a maggior ragione è d’uopo se c’è qualcosa da festeggiare, no?
Auguri a voi, amiche, e auguri a me; auguri a tutte noi che abbiamo avuto la gioia di donare la vita e che quella vita abbiamo saputo coltivarla, giorno dopo giorno, inondandola instancabilmente di cure e di amore, senza nulla mai chiedere in cambio.
Tutto qui? Be’… sì. Ve l’ho detto, che oggi sono pigra! :-)      



INGREDIENTI


500 grammi di farina

250 grammi di zucchero a velo

200 grammi di burro

2 uova intere e 2 tuorli

mezza bustina di lievito per dolci

un pizzico di sale

vanillina

confettura extra di amarene

mandorle a scaglie

zucchero in granella 



Setacciate la farina assieme a zucchero, lievito, vanillina  e sale; incorporate velocemente il burro ammorbidito e tagliato a pezzetti al miscuglio, poi amalgamate il tutto con le uova e i tuorli. Lavorate il minimo indispensabile. Avvolgete la pasta in un foglio di carta da forno e mettetela in frigorifero per almeno un'ora. Riprendetela, stendetene i tre quarti in una teglia imburrata e infarinata, versateci sopra la confettura (io ho abbondato perché il ripieno mi piace ricco), quindi formate un disegno decorativo a forma di fiore o altro  con la pasta avanzata. Ungete la superficie del dolce con del bianco d'uovo e completate la decorazione con scaglie di mandorle e zucchero in granella. Cuocete in forno già caldo per circa 40 minuti alla temperatura di 180°.   



















   



martedì 1 maggio 2012

LEMON DRIZZLE CAKE




Ogni volta che faccio un'incursione nei siti di cucina inglesi mi sento come il classico analfabeta che si limita a guardare le figure dei libri perché non capisce una mazza di quello che c'è scritto! :-D E che ne sapevo io, quando, iscrivendomi alle medie, mi fu chiesto quale lingua volessi studiare, che un giorno del mio adorato francese avrei fatto lo stesso utilizzo che Bossi fa del tricolore? Per fortuna, probabilmente mosso a compassione dalla mia abissale ignoranza della lingua dei Windsor e della Canalis, Chrome viene puntualmente in mio soccorso (tanto che ormai l'ho ribattezzato Mediochrome) offrendomi la traduzione quasi simultanea delle pagine anglosassoni da me visitate. Naturalmente sulla sintassi italiana di queste traduzioni c'è da stendere non un velo pietoso, bensì l'intera collezione di veli delle donne musulmane del pianeta; ma la prof non può mica guardare in bocca al caval donato, no? :-) 
Per concludere, anche stavolta, grazie al mio Mediochrome, ho potuto portare a casa un lauto bottino: la Kenny Atkinson's Lemon Drizzle Cake, ovvero la "torta pioggerella di limone di Kenny Atkinson's", giovane e promettente chef del Regno Unito già stellato Michelin. Vi offro questa sua torta (soffice, umida, profumatissima... deliziosa, vi assicuro, già al naturale!) arricchita da una doppia farcitura di lemon curd (non un lemon curd qualunque, ma quello consigliato dalla mia pasticciera virtuale preferita): e scusatemi se è poco!!!  






INGREDIENTI

Per il dolce:


5 uova di galline ruspanti

300 grammi di zucchero semolato

100 ml di olio di colza 
(questo vi consiglio di lasciarlo ai motori, sostituiamolo con l'olio di semi di mais)

80 ml di panna

la scorza di 3 limoni
 (finemente grattugiata) 

1 pizzico di sale Malden
(non avendo la più pallida idea di cosa sia, l'ho omesso)

60 grammi di burro non salato, fuso

270 grammi di farina

1 cucchiaino di lievito in polvere


Per la glassa di marmellata di albicocche:

3 cucchiai di marmellata di albicocche 
( scaldata in un pentolino)


Per lo sciroppo di limone:

la scorza e il succo di 2 limoni

180 grammi di zucchero a velo


Per il lemon curd:

1 dl di succo di limone non trattato
(sarebbero 2-3 limoni grossi)

la scorza grattugiata degli stessi limoni

150 grammi di zucchero

4 uova intere

100 grammi di burro

30 grammi di amido di mais



Preriscaldate il forno a 180°. In una grande ciotola, sbattete le uova con lo zucchero, la panna, la scorza di limone, l'olio, il sale e il burro fuso freddo (tutto insieme). Setacciate la farina con il lievito ed aggiungetela al composto di uova; lavorate fino ad ottenere una pastella liscia. Imburrate una teglia e versatevi l'impasto; cuocete per 40-50 minuti. La torta sarà cotta quando una lama di coltello inserita nel centro uscirà pulita. Togliete la torta dalla teglia e lasciatela raffreddare su una griglia per 10 minuti: questo permetterà al vapore di fuoriuscire, prima di lucidare la torta.  Lucidate la torta con la marmellata di albicocche riscaldata e lasciate riposare per 5 minuti mentre fate la glassa al limone. Per la glassa al limone, mescolate insieme lo zucchero a velo con  il succo e la buccia grattugiata di limone e scaldate il composto in un pentolino fino ad ottenere uno sciroppo. Spennellate di glassa tutta la torta e fatela asciugare per 5 minuti nel forno spento ma ancora caldo. Lasciate raffreddare a temperatura ambiente prima di servire. 

Questa è la ricetta di Kenny Atkinson papale papale. Io ho evitato la glassa di marmellata di albicocche, versando direttamente la "pioggerella" di limone (cioè lo sciroppo) sul dolce dopo averlo farcito con il lemon curd e, ovviamente, ricomposto. Il lemon curd si prepara cuocendo a bagnomaria fino ad addensamento tutti gli ingredienti raccolti in un recipiente di metallo. Per finire: come dice la ricetta originale... mangia e buon divertimento! :-) 



















P.S. La coppetta di cristallo che accoglie con noncurante charme il lemon curd non è una coppetta qualunque, bensì  la bomboniera del mio matrimonio: l'ho rispolverata per avere la scusa di dirvi che due giorni fa ho festeggiato le mie nozze d'argento!  La farfallina che la sormonta non sarà quella di Belen, ma anche una farfalla vintage ha il suo fascino, no? ;-)