C’è un paese in cui il Natale è più Natale che altrove. L’otto dicembre, per tacito accordo, spuntano in ogni casa l’albero e il presepe con l’immancabile “macu te la steddha”, lo stolto che guarda il cielo, e i quattro Re Magi: “lu Re Tromba, lu Re Carusu, lu Re Vecchiu e lu Re Moru”. Mamme e nonne iniziano a preparare i dolci della tradizione: gli sguardi incantati dei piccini si tuffano insieme ai taralli nella candida glassa zuccherosa, nuotano coi “purceddhuzzi” nel luccicante mare di miele fuso, brillano nel riverbero dei confettini d’argento messi qua e là per decorare; e l’attesa, la lunghissima attesa, magica di colori e di profumi, diventa più festosa della festa stessa. Corti e strade, di notte, formicolano di suonatori; la Pastorale penetra nelle camere addormentate, culla nel talamo i sogni di chi riposa. Ma, più ancora, si accompagna alla nostalgia di chi non può dormire, ai lucciconi della madre che pensa al figlio lontano. A tratti la melodia sembra perdersi nel fischio del vento, nel mugghio del mare… A tratti si interrompe, il tempo di scaldare la gola intirizzita con un goccio di liquore offerto a quei donatori di emozioni da una mano ignota apparsa da una finestrella. Poi le note struggenti di chitarre, fisarmoniche e violini si riappropriano della notte e la conducono incontro all’alba.
Questi sono i ricordi che ho nel cuore: i ricordi dell'attesa... :-)
TARALLI E COZZE 'NNASPARATI (GLASSATI)
INGREDIENTI:
1 kg di farina
250 grammi di zucchero
100 grammi di strutto oppure 200 di olio extravergine di oliva
4 uova intere
1 bustina di lievito vanigliato
(nella ricetta originale 20 grammi di ammoniaca)
il succo filtrato di un paio di grosse arance e di alcuni
mandarini e la loro buccia grattugiata
vaniglia
1 cucchiaino colmo di chiodi di garofano macinati
1 cucchiaino di cannella
latte se occorre
marmellata di uva (mostarda) o cotognata per farcire
PER LA GLASSA:
un chilo di zucchero semolato
un bicchiere e mezzo di acqua fredda
Disponete la farina a fontana sulla spianatoia, amalgamatevi lo zucchero, gli aromi e il lievito, quindi lo strutto; aggiungete le uova, poi il succo degli agrumi. Impastate bene il tutto aiutandovi, se occorre, con qualche cucchiaio di latte. Per le "cozze", stendete sottilmente la pasta e ritagliatevi dei cerchietti; mettete un po' di marmellata al centro di ognuno e ripiegate i dischetti a mo' di mezzaluna, saldando bene i bordi per non far fuoriuscire la marmellata durante la cottura. Per i taralli: formate dei cordoncini di pasta non troppo lunghi ed unitene le estremità.
Cuocete in forno già caldo, a 180 gradi, per circa un quarto d'ora - venti minuti: devono risultare leggermente dorati. Lasciateli raffreddare. Intanto preparate "lu 'nnaspuru", ovvero la glassa: mettete zucchero ed acqua in una pentola larga e bassa e fate cuocere a fiamma bassa fino a quando inizierà a "filare" (prendetene una goccia tra due dita per capire quando è il momento giusto; ci vorranno una decina di minuti). Non mescolate assolutamente!
Immergete i dolci, uno alla volta, nello sciroppo di zucchero, voltandoli più volte, con delicatezza, per evitare che si rompano. Disponeteli infine su una gratella o su un foglio di carta oleata e lasciateli lì fino a quando lo zucchero non si sarà asciugato ed indurito.
1 kg di farina
500 grammi di mandorle tostate, tritate grossolanamente
400 grammi di zucchero
100 grammi di cacao amaro
il succo di una grossa arancia e di un paio di mandarini
un cucchiaio di buccia grattugiata di arancia
100 grammi di strutto
un cucchiaino di chiodi di garofano macinati
un cucchiaino di cannella in polvere
1 bustina di lievito vanigliato (o 20 grammi di ammoniaca)
2 uova intere
infuso d’orzo o caffè q.b. (zuccherati leggermente)
Impastate bene tutti gli ingredienti. Prendete un pezzo di pasta per volta: formate un bastone lungo, spesso e piatto che taglierete a pezzi grossi. Disponete i dolci in teglie di alluminio o sulla placca del forno, rivestite di carta forno. Ripetete l'operazione fino ad esaurimento dell'impasto.
Cuocete gli "scajozzi" in forno preriscaldato a 180 gradi per una ventina di minuti e lasciateli raffreddare. Nel frattempo preparate la glassa (procedete come per i taralli, ricordandovi di aggiungere 100 grammi di cacao amaro allo zucchero).
La ricetta, antichissima, prevede rigorosamente la "'nnasparatura" degli scajozzi; io, però, ogni volta che li preparo non resisto a tuffarne un po' nel cioccolato al latte fuso a bagnomaria. Diventano orgasmici!!!
Prossimamente pubblicherò altre ricette di dolci natalizi gallipolini: per oggi mi fermo qui, sperando di avervi ingolosito a sufficienza. Bacioni a tutti! :-)